C’è un’Italia che ogni giorno racconta, fotografa, filma, testimonia. Ed è quella che “Oltre il Ghetto” — iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per le Pari Opportunità, con la collaborazione di IntegrazioneMigranti.gov.it — ha deciso di valorizzare. Il progetto, nato per sensibilizzare contro lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, apre quest’anno due nuove sezioni: “Illustrazione” e “Premio Giornalistico”, rivolte a professionisti, studenti e operatori della comunicazione impegnati nel raccontare il lavoro agricolo dignitoso, l’integrazione e le buone pratiche che cambiano la narrazione. Un’iniziativa che riconosce al linguaggio il potere di costruire ponti culturali e di restituire voce a chi, troppo spesso, è invisibile.
Nel cuore della campagna “Oltre il Ghetto”, c’è l’idea che la comunicazione possa diventare un presidio di legalità e di umanità. Dietro ogni foto o articolo premiato, ci sono persone, percorsi formativi, cooperative che resistono al sistema dello sfruttamento. E c’è un’Italia che accoglie non come atto caritatevole, ma come investimento economico e sociale. Le statistiche del Ministero del Lavoro parlano chiaro: oltre 130.000 lavoratori stranieri sono oggi impiegati nel settore agricolo, ma non sempre con tutele adeguate. Le storie che emergono dai reportage di “Oltre il Ghetto” rivelano un’altra prospettiva: quella di rifugiati, richiedenti asilo e migranti regolari che hanno trovato nel lavoro onesto e nella formazione la via per riscattarsi.
In questa traiettoria virtuosa si inserisce anche l’impegno formativo di SIA Servizi e del progetto Road To Italy®, che da anni promuovono percorsi di lingua italiana certificata (livelli PLIDA A1 e A2) e corsi professionalizzanti collegati alle Politiche Attive del Lavoro. Un modello concreto che, come “Oltre il Ghetto”, parte dal linguaggio per arrivare all’inclusione, trasformando la formazione in un mezzo di riscatto e di accesso al lavoro regolare. Perché solo conoscendo la lingua e i propri diritti si può uscire davvero dal ghetto — non solo geografico, ma anche culturale e professionale. Ed è lì che la comunicazione sociale incontra la formazione: dove le parole diventano opportunità, e l’Italia smette di essere solo una destinazione per diventare una casa.





