L’altra metà della rinascita: rifugiati che ricominciano in Italia

Dalla fuga alla rinascita. È questo il filo che unisce le storie di chi ha attraversato guerre e confini per ritrovare dignità nel nostro Paese.
C’è chi ha trovato una nuova famiglia nel volontariato, come Bakary, rifugiato del Mali oggi educatore per minori a Napoli, e chi ha riscoperto il sorriso grazie alla solidarietà diffusa tra le cooperative sociali. Secondo un recente report UNHCR, oltre 90mila rifugiati presenti in Italia partecipano oggi ad attività di utilità sociale, formazione o lavoro. Numeri che raccontano un’inclusione silenziosa ma reale.

L’Italia, nonostante le difficoltà, continua a essere terra di accoglienza e opportunità. Le iniziative legate alle politiche attive del lavoro stanno moltiplicandosi, coinvolgendo sempre più aziende nel reclutamento di personale motivato proveniente dall’estero. Esperienze come quelle promosse da SIA Servizi e Road To Italy® dimostrano che investire nella formazione linguistica e professionale dei rifugiati non è solo una scelta etica, ma anche strategica per il futuro produttivo del Paese.

Ogni percorso formativo attivato da SIA Servizi – dai corsi PLIDA alle qualifiche professionali nei settori in carenza di manodopera – rappresenta un ponte concreto tra l’accoglienza e il lavoro.
E, come ama dire chi insegna in questi corsi, “l’integrazione non si annuncia, si costruisce”. Con la stessa determinazione con cui chi è arrivato da lontano ha già imparato a ricominciare.

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