Secondo il nuovo rapporto diffuso da Istat, al 31 dicembre 2024 i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia erano 3 milioni e 800 mila. Un numero in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+2,4%), segno che il nostro Paese resta una delle principali mete europee per chi cerca lavoro, stabilità e un futuro dignitoso. Le comunità più numerose provengono da Marocco, Albania, Cina, Ucraina e India, ma aumentano anche i flussi da Africa sub-sahariana e Sud-Est asiatico.
Dietro le cifre si nascondono storie di integrazione riuscita, ma anche nuove sfide per i territori e le imprese. I dati evidenziano come oltre il 60% dei cittadini stranieri sia occupato, in particolare nei settori della logistica, dell’assistenza alla persona, dell’agricoltura e dell’edilizia. Tuttavia, persistono ostacoli strutturali: difficoltà linguistiche, titoli di studio non riconosciuti e mancanza di percorsi di riqualificazione. Il tema della formazione linguistica e professionale torna quindi centrale, anche alla luce delle politiche attive del lavoro promosse dal Ministero e dalle Regioni.
Ed è proprio su questo asse che realtà come SIA Servizi e il progetto Road To Italy® hanno costruito un modello virtuoso. L’obiettivo è creare percorsi integrati di formazione — dai corsi di lingua italiana A1 e A2 con certificazione PLIDA, fino ai corsi di secondo livello orientati alle competenze tecniche e trasversali richieste dalle imprese. Un percorso che non si ferma all’aula, ma si estende al contatto diretto con il mondo produttivo, promuovendo l’inserimento lavorativo e la valorizzazione dei talenti stranieri. In questo modo, l’integrazione diventa motore di sviluppo per l’intero sistema Paese, unendo formazione, dignità e lavoro in un’unica traiettoria di crescita.





