Il XV Rapporto sull’economia dell’immigrazione, presentato da Fondazione Leone Moressa e promosso dal Ministero del Lavoro, fotografa un’Italia che cambia. I cittadini stranieri rappresentano ormai una parte essenziale del sistema produttivo nazionale. Secondo i dati, oltre il 10% del PIL italiano è generato da lavoratori immigrati, un contributo che continua a crescere in termini di occupazione, imprenditorialità e innovazione sociale.
Dietro i numeri ci sono storie di impegno quotidiano. Dai braccianti agricoli agli operatori sociosanitari, fino ai professionisti che scelgono l’Italia come luogo dove investire e crescere, gli immigrati portano competenze, esperienze e una visione interculturale che arricchisce il tessuto economico del Paese. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche un divario: molti lavoratori restano confinati in settori a bassa qualifica, penalizzati da barriere linguistiche e burocratiche. È qui che il tema della formazione linguistica e professionale diventa centrale. Conoscere la lingua italiana non è solo un requisito legale, ma uno strumento di emancipazione e partecipazione attiva alla vita sociale ed economica.
Per favorire un’inclusione reale, servono percorsi strutturati di apprendimento e orientamento al lavoro, capaci di connettere formazione, impiego e diritti. In questa direzione si muovono esperienze come quelle promosse da SIA Servizi e Road To Italy®, realtà che operano per costruire ponti tra persone e imprese. Attraverso corsi di lingua italiana di base e di secondo livello, moduli tecnici e tirocini professionalizzanti, accompagnano rifugiati, migranti e cittadini stranieri verso una piena autonomia lavorativa.
Un modello che traduce la teoria dei rapporti economici in opportunità concrete, dimostrando che l’integrazione non è un costo, ma una risorsa per il futuro del Paese.





