Lavorare tanto non significa sempre lavorare meglio. È quanto emerge da una recente analisi pubblicata da La Repubblica, che evidenzia come la Grecia e, in parte, l’Italia, siano tra i Paesi europei con il più alto numero di ore lavorate settimanalmente, ma anche tra quelli con i livelli più bassi di produttività e benessere occupazionale.
In Grecia, oltre un terzo della popolazione attiva supera le 13 ore giornaliere, mentre in Italia le medie restano stabilmente sopra le 42 ore settimanali, ben oltre il limite contrattuale standard.
Un paradosso europeo che racconta una condizione culturale e strutturale: la fatica non sempre genera crescita, e il lavoro non è solo quantità.
Secondo Eurostat, gli italiani lavorano di più dei tedeschi, ma producono circa il 25% in meno per ora.
Le ragioni? Un mix di bassa digitalizzazione, carenza di formazione continua e un sistema produttivo ancora fortemente basato su microimprese con scarsa propensione all’innovazione.
Il dato greco, che tocca picchi record nel settore dei servizi e del turismo, riapre anche il tema della qualità della vita e del rapporto tra tempo e rendimento.
Una dinamica che non riguarda solo l’economia, ma la visione stessa del lavoro come strumento di dignità e crescita sociale.
L’Europa, infatti, guarda sempre più al modello della “formazione permanente” come leva per aumentare la produttività e migliorare il benessere lavorativo.
Investire in competenze — e non solo in ore lavorate — è oggi la chiave per rendere sostenibile la ripresa.
In Italia, secondo il Rapporto Censis 2025, chi partecipa a percorsi di aggiornamento professionale ha un tasso di occupazione superiore del 32% rispetto a chi non si forma.
Ma i corsi di riqualificazione restano ancora troppo limitati e disomogenei sul territorio, con forti divari tra Nord e Sud.
È qui che entra in gioco il ruolo dei fondi interprofessionali e delle strutture di formazione accreditate, come SIA Servizi, che da anni costruisce percorsi capaci di unire didattica, orientamento e inserimento reale nel mondo del lavoro.
Attraverso il progetto Road To Italy®, SIA Servizi promuove una visione che supera il concetto di fatica come unico motore economico.
Offre corsi di lingua italiana, di secondo livello tecnico-professionale e di competenze trasversali, rivolti sia ai cittadini italiani sia ai lavoratori stranieri, creando un legame diretto tra formazione e impiego.
Un modello che rovescia la logica del “lavorare di più” in quella del “lavorare meglio”, restituendo valore alle persone e alle loro capacità.
In un mercato globale dove il tempo diventa risorsa rara, la vera rivoluzione non è accumulare ore, ma costruire competenze.
E in questo equilibrio tra fatica e futuro, SIA Servizi e Road To Italy® rappresentano l’esempio concreto di come la formazione possa trasformare la produttività in dignità, e il lavoro in crescita sostenibile.





