Progetto FAR-SIGHTED: reintegrazione familiare e formazione per migranti, il modello europeo che guarda al futuro

Si è tenuto nei giorni scorsi il focus group del progetto “FAR-SIGHTED – Family Approach to Reintegration”, un’iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea e coordinata dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’obiettivo è quello di approfondire i percorsi di ritorno volontario e reintegrazione familiare dei migranti, un tema complesso che intreccia dimensioni economiche, affettive e sociali. Il focus ha riunito esperti, operatori e rappresentanti istituzionali per analizzare i fattori che rendono un rientro realmente sostenibile: dal supporto psicologico al reinserimento professionale, fino alla valorizzazione delle competenze acquisite durante la permanenza in Italia.

Dai lavori è emerso come il successo del reinserimento non dipenda solo dalle risorse economiche, ma soprattutto da percorsi di accompagnamento che includano la famiglia e le comunità di origine. L’approccio “family-based” del progetto FAR-SIGHTED si fonda sull’idea che la reintegrazione sia più stabile quando coinvolge l’intero nucleo familiare, rafforzando legami e prospettive condivise. Allo stesso tempo, il focus group ha evidenziato l’importanza di strumenti formativi e di orientamento al lavoro capaci di trasformare l’esperienza migratoria in competenza professionale, anche in vista di eventuali ritorni in Italia o di mobilità circolare tra Paesi partner europei e africani.

In questo contesto, il lavoro di realtà come SIA Servizi e del progetto Road To Italy® assume un valore strategico. Attraverso i corsi di lingua italiana con certificazione PLIDA, i percorsi di secondo livello e i programmi di inserimento lavorativo dedicati a rifugiati e richiedenti asilo, queste strutture promuovono un modello di inclusione che non si esaurisce nell’accoglienza, ma prepara a un futuro di autonomia e opportunità. Formarsi, conoscere e lavorare: è questa la chiave per costruire ponti tra partenza, ritorno e reintegrazione, restituendo centralità alla persona e alla sua dignità.

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