L’app Akelius rivoluziona l’apprendimento dell’italiano

Imparare la lingua italiana è il primo passo per integrarsi davvero. E ora arriva una conferma concreta: secondo i dati diffusi dal portale Integrazione Migranti, oltre il 78% degli studenti stranieri che hanno utilizzato l’app Akelius nelle scuole italiane ha raggiunto gli obiettivi linguistici prefissati. Un risultato che dimostra quanto la tecnologia, se unita alla formazione mirata, possa diventare un motore di inclusione reale.

L’app, sviluppata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e sostenuta da organizzazioni internazionali, consente di apprendere la lingua italiana in modo interattivo, personalizzato e gratuito. È stata introdotta nelle scuole frequentate da minori stranieri non accompagnati e studenti di recente immigrazione, con un obiettivo preciso: facilitare l’apprendimento linguistico e accelerare l’inclusione nel percorso scolastico e sociale.
Gli insegnanti segnalano un miglioramento tangibile non solo nelle competenze linguistiche, ma anche nella partecipazione e nella motivazione degli studenti. La possibilità di esercitarsi anche da casa, con lezioni digitali accessibili, ha ridotto il divario educativo che spesso penalizza chi arriva in Italia da un altro Paese.

Il successo del progetto Akelius è parte di una tendenza più ampia che guarda alla formazione linguistica come strumento strategico per l’integrazione. Parlare e comprendere l’italiano significa poter studiare, lavorare, comunicare. Significa abbattere barriere invisibili e trasformare la migrazione in un’opportunità condivisa.

In questo scenario si inserisce perfettamente la mission di SIA Servizi, realtà che da anni promuove percorsi formativi di lingua italiana di base e di secondo livello per rifugiati, richiedenti asilo e cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale.
Attraverso il programma Road To Italy®, SIA Servizi accompagna gli studenti e i lavoratori in un percorso di crescita che non si ferma all’aula, ma si traduce in accesso diretto al mondo del lavoro, grazie a corsi professionalizzanti e progetti finanziati da fondi come Fondimpresa.

Il linguaggio, in questo modello, diventa una chiave. Una chiave che apre le porte dell’autonomia, della dignità e dell’inclusione.
L’Italia, con le sue scuole e i suoi centri di formazione, sta imparando che l’integrazione non si insegna: si costruisce, parola dopo parola.
Ed è proprio da progetti come Akelius e da esperienze formative come quelle di Road To Italy che nasce una nuova idea di futuro: un’Italia capace di unire, educare e accogliere.

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