Il nuovo Sistema europeo di ingressi e uscite (EES) è ufficialmente operativo. Da ottobre 2025, chi entrerà o uscirà dall’Unione Europea per motivi di lavoro, studio o turismo dovrà registrare i propri dati biometrici e digitali. Un passo epocale nella gestione dei confini, che unisce sicurezza, tracciabilità e innovazione tecnologica.
L’EES sostituirà il vecchio sistema basato sui timbri sui passaporti, registrando automaticamente nome, documento, data di ingresso, uscita e durata del soggiorno di tutti i cittadini non appartenenti all’UE. L’obiettivo è duplice: migliorare i controlli e favorire una mobilità più ordinata, riducendo i rischi legati all’immigrazione irregolare e alla permanenza oltre i termini consentiti.
Il nuovo sistema – previsto dal Regolamento Ue 2017/2226 e gestito da eu-LISA – rappresenta anche un punto di svolta per le imprese e i datori di lavoro europei. La digitalizzazione dei flussi renderà infatti più trasparente la gestione dei visti e permetterà di monitorare in tempo reale la presenza di lavoratori extracomunitari regolari, in un contesto di crescente domanda di manodopera qualificata.
Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno e del portale Integrazione Migranti, il numero di cittadini stranieri regolarmente occupati in Italia supera ormai i 2,4 milioni, molti dei quali impiegati nei settori chiave dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi. Tuttavia, il percorso verso un’integrazione pienamente sostenibile richiede ancora strumenti formativi solidi e politiche che facilitino l’incontro tra domanda e offerta.
In questo contesto, la tecnologia può essere alleata della mobilità etica, ma resta fondamentale il ruolo della formazione linguistica e professionale. È proprio qui che si inseriscono i progetti di SIA Servizi e Road To Italy®, che da anni lavorano per unire percorsi di accoglienza, apprendimento e inserimento lavorativo.
Attraverso corsi di lingua italiana di base e di secondo livello, percorsi professionalizzanti e programmi cofinanziati da Fondimpresa, SIA Servizi costruisce ponti reali tra imprese e nuovi cittadini, favorendo l’accesso legale e qualificato al mondo del lavoro.
Un modello che, in parallelo alle innovazioni europee, dimostra come la vera sicurezza nasca dall’inclusione e dalla competenza.
Perché ogni frontiera può diventare un varco di opportunità, se dietro c’è una formazione capace di trasformare l’arrivo in un nuovo inizio.





