Il Governo ha pubblicato il Decreto Flussi 2026-2028, fissando a 500 mila le quote complessive di ingresso per cittadini stranieri che potranno lavorare legalmente in Italia nei prossimi tre anni. Un numero significativo, che conferma la direzione intrapresa dal Paese: regolare la mobilità internazionale e rafforzare il legame tra formazione, occupazione e integrazione.
Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il decreto intende rispondere alle esigenze reali delle imprese italiane, sempre più in difficoltà nel reperire personale qualificato. Dai settori dell’edilizia e della logistica, fino al turismo, all’agricoltura e all’assistenza alla persona, la domanda di lavoratori resta alta e strutturale.
Per la prima volta, il piano triennale include anche percorsi di formazione pre-ingresso nei Paesi di origine, realizzati in collaborazione con enti accreditati e con il supporto del Ministero degli Esteri e dell’Interno. L’obiettivo è chiaro: far arrivare in Italia persone già formate, con competenze specifiche e conoscenza di base della lingua italiana, così da facilitare l’inserimento lavorativo e ridurre le aree di vulnerabilità.
Il provvedimento — come evidenziato anche dal portale integrazionemigranti.gov.it — si inserisce in un quadro più ampio di politiche attive del lavoro e di rafforzamento delle reti territoriali per l’integrazione. Una strategia che punta a creare percorsi sostenibili, capaci di unire le esigenze delle imprese con i diritti dei lavoratori stranieri.
I prossimi mesi saranno cruciali per l’attuazione operativa del decreto, che prevede la partecipazione diretta di enti formativi e agenzie specializzate nell’intermediazione etica.
È proprio in questa direzione che si muove da anni SIA Servizi, insieme al programma Road To Italy®, che promuove percorsi linguistici e formativi per stranieri già inseriti o in fase di inserimento nel mondo del lavoro.
L’insegnamento della lingua italiana — dai corsi di base ai moduli avanzati — e la costruzione di competenze tecniche rappresentano la chiave per un’integrazione reale. Ogni progetto formativo diventa così un ponte tra persone e aziende, tra chi cerca un’opportunità e chi ha bisogno di risorse motivate e qualificate.
Il nuovo decreto, con la sua visione triennale e la spinta alla formazione continua, apre una stagione di collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile.
Ed è proprio in questo dialogo che esperienze come quelle di SIA Servizi trovano pieno significato: formare per includere, includere per costruire lavoro stabile e dignitoso.





