Cure territoriali, l’Italia è un cantiere aperto: la sfida si vince solo con il lavoro di squadra

La sanità italiana è in piena trasformazione.
Come sottolineato da Il Sole 24 Ore, il sistema delle cure territoriali è oggi il vero banco di prova per garantire un modello di assistenza più vicino ai cittadini e sostenibile nel tempo. L’obiettivo è chiaro: creare una rete di prossimità che permetta di curare meglio, prima e più vicino a casa, riducendo il peso su ospedali e pronto soccorso.

In Italia, le nuove Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e i Centri operativi territoriali rappresentano il cuore di questo cambiamento. Si tratta di strutture che uniscono medici di base, infermieri, fisioterapisti, psicologi e operatori sociali in un’unica rete, fondata su collaborazione e presa in carico integrata.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato risorse ingenti — oltre 7 miliardi di euro — per rafforzare questo modello, ma il vero successo dipenderà dalla capacità di formare personale qualificato e di creare sinergie tra pubblico, privato e terzo settore.

Oggi la carenza di professionisti sanitari e socio-assistenziali è una delle principali criticità. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute, mancano più di 60mila infermieri e circa 20mila operatori socio-sanitari, una lacuna che rischia di rallentare l’attuazione della riforma.
Per colmare il divario servono percorsi di formazione continua, aggiornamento professionale e programmi di riqualificazione, in linea con i bisogni reali dei territori. È un lavoro che richiede metodo, visione e cooperazione: esattamente le qualità che fanno la differenza nei sistemi sanitari più avanzati d’Europa.

In questo scenario di cambiamento, si inserisce il modello di SIA Servizi e Road To Italy®, che da anni promuovono la formazione come leva di inclusione e crescita.
Attraverso corsi di lingua italiana di base e di secondo livello, ma anche percorsi professionalizzanti in ambito socio-sanitario e assistenziale, SIA Servizi contribuisce alla creazione di nuove figure pronte a integrarsi nel mondo del lavoro, favorendo l’incontro tra domanda e offerta.

Un approccio che va oltre la semplice formazione: è un modo per costruire competenze, dignità e futuro, sia per i cittadini italiani sia per i nuovi arrivati che scelgono di inserirsi legalmente e professionalmente nel nostro Paese.
Perché, come ricorda il titolo del dossier del Sole 24 Ore, “l’Italia vincerà solo con un grande lavoro di squadra” — e questa squadra non può che essere fatta di persone, competenze e opportunità condivise.

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