Cervelli in fuga: in 10 anni 350mila giovani hanno lasciato l’Italia

Negli ultimi dieci anni, oltre 350mila giovani italiani hanno lasciato il Paese. È quanto emerge da un’analisi pubblicata da Il Sole 24 Ore, in collaborazione con UN Women Italia, che lancia un appello chiaro: servono strategie concrete per invertire la rotta e trasformare la “fuga dei cervelli” in un movimento di ritorno delle competenze.

L’Italia continua a perdere capitale umano qualificato, con una media di 35mila laureati all’anno che cercano lavoro all’estero, soprattutto in Germania, Regno Unito e Francia. Secondo l’Istat, oltre il 40% di chi parte ha meno di 35 anni e un titolo di studio universitario o post-laurea.
Le motivazioni sono note: stipendi più competitivi, meritocrazia, possibilità di crescita professionale e una maggiore stabilità lavorativa. Ma dietro a queste cifre c’è anche la disillusione di una generazione che fatica a trovare spazio nel sistema produttivo italiano.

L’allarme lanciato da UN Women sottolinea la necessità di politiche di empowerment giovanile e femminile, in grado di trattenere e valorizzare le competenze. Il progetto europeo “Young Women for Change”, ad esempio, promuove percorsi formativi e professionali per favorire l’occupazione delle giovani donne, colmando il divario di genere nel mondo del lavoro e della ricerca.

La sfida è culturale prima ancora che economica: creare un sistema capace di riconoscere il merito, sostenere l’imprenditoria giovanile e garantire un accesso equo alla formazione. Gli esperti evidenziano come la transizione digitale e green possa rappresentare un’occasione per attrarre nuovi talenti e riqualificare quelli in fuga, soprattutto se accompagnata da investimenti nei settori tecnologici, sanitari e sociali.

In questo scenario, il lavoro di realtà come SIA Servizi e Road To Italy® diventa un modello concreto di sviluppo sostenibile e inclusivo. Attraverso percorsi di formazione linguistica e professionale, SIA Servizi costruisce ponti tra le esigenze delle imprese italiane e le competenze di lavoratori, italiani e stranieri, che desiderano inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro.
Il progetto Road To Italy®, riconosciuto come una delle esperienze più innovative nel campo della mobilità etica e formativa, opera come un vero “hub del merito”, collegando formazione, integrazione e occupazione qualificata.

Formare per restare, formare per tornare: è questa la chiave.
Solo così l’Italia potrà trasformare la fuga dei cervelli in un ritorno di valore, intelligenza e futuro condiviso.

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